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Intorno al 1950, in seguito alla riforma fondiaria varata dal governo italiano, nacque Monteruga, un borgo a vocazione rurale ed agricola, costruito fra i comuni di San Pancrazio Salentino, Veglie e Salice. Unica frazione di Veglie, Monteruga è stato per lunghi anni un luogo pieno di vita, abitato da gente ospitale ed amante del lavoro.

Il centro agricolo, situato alle porte di Lecce e a pochi chilometri dalla linea di costa, in principio possedeva una popolazione di circa 200 unità e tutti coloro che vi risiedevano erano impegnati nei lavori agricoli.

Le origini di un borgo magico

Monteruga nacque in seguito all’espropriazione di alcuni terreni agricoli che vennero assegnati ai contadini. Costoro, per prendersi cura delle terre che erano state loro affidate, decisero di trasferirsi qui con le loro famiglie al seguito. Intorno agli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, pertanto, il borgo si presentava molto curato e l’operosità dei suoi abitanti divenne nota in tutto il Salento.

Il paese ben presto prese ad ospitare persone provenienti da tutto il sud Italia, cosicché la popolazione riuscì a toccare le 800 unità. Il periodo d’oro di Monteruga durò fino agli anni ’80, quando l’impresa agricola che si occupava della gestione dei fondi situati intorno al borgo venne definitivamente privatizzata. Da allora, il declino travolse Monteruga, che pian piano fu abbandonato da tutti coloro che vi vissero per oltre un trentennio.

Tuttavia, la bellezza del borgo non ha mai smesso di ammaliare i visitatori e se Monteruga ha dovuto fare i conti con lo spopolamento e la perdita della vitalità offerta dai suoi abitanti, oggi appare permeato da un fascino spettrale e nostalgico. Il centro di Monteruga è imperniato sulla sua piazza principale, per decenni ricca di vita e teatro di numerose feste e rappresentazioni popolari.

Monteruga ed il suo presente

Oggi, Monteruga non è più quel paese ricco di vita e popolato da gente dinamica ed operosa, ma si presenta come un luogo deserto ed abbandonato. I suoi edifici sono ancora in piedi ma si presentano lugubri e impregnati di nostalgia per quel che è stato. Alcune strutture non sono più integre, ma il comune che possiede gli stabili non è ancora intervenuto con nessuna opera di manutenzione.

Nonostante tutto, questo borgo continua a vivere e a mostrare le sue caratteristiche più peculiari a tutti coloro che praticano ed amano il cosiddetto turismo dell’abbandono, ovvero il piacere che si può provare visitando tutti quei luoghi fantasma che puntellano il nostro territorio.

Il borgo fantasma per eccellenza del Salento, malgrado la sua triste storia recente, è diventato uno dei luoghi più affascinanti di questa meravigliosa terra, che meglio di qualsiasi altra regione riesce a fondere nella propria offerta turistica e culturale spiagge fantastiche, città e borghi d’arte, siti archeologici di grande valore e posti come Monteruga, in grado di ammaliare il visitatore con le sue abitazioni piene di mistero e caratterizzate da un fascino evocativo.

 

Fonte Immagine: www.vizionario.it

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