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Dal 15 agosto al 17 si celebra a Torrepaduli, nel Salento, la festa di San Rocco, una delle più belle e caratteristiche feste patronali del Salento. Partecipare significa lasciarsi travolgere dagli odori degli stand e delle bancarelle che propongono il tipico street food salentino, dai colori delle fantastiche luminarie che sono installate lungo tutto il centro del paese e dai suoni dei concerti di pizzica che risaltano le origini antiche e viscerali del Salento.

San Rocco: festa dall’antica tradizione

San Rocco era un cavaliere di origine francese, vissuto nel XIV secolo e morto in carcere tra il 15 e il 16 di agosto, che si narra avesse insegnato agli altri carcerati l’arte dell’uso della spada. Protettore degli animali, degli appestati e dei carcerati, la sua festa si celebra al suono degli strumenti della musica tradizionale, come tamburelli, nacchere, armoniche, violini e degli antichi canti dei contadini che si riunivano in ronde musicali, dalla ritmica stordente.

Si tratta della tipica pizzica salentina, che nella versione legata al culto di San Rocco, è conosciuta come pizzica a scherma. In questa variante, il tipico ballo simula una sfida a duello eseguita spesso tra due uomini che lottavano per la mano di una donna o per conquistare un posto di riguardo nella società o, ancora, per entrare nelle grazie di un uomo adulto.

San Rocco viene celebrato fin da tempi antichi nella piccola Torrepaduli, frazione di Ruffano e, secondo la leggenda, è stata volontà del Santo rimanere legato a questa piccola località: si racconta, infatti, che la sua statua, mentre veniva trasportata a Ruffano, si irrigidì tanto da diventare così pesante da non riuscire più a sollevarla. Pertanto, tra gli abitanti di Torrepaduli e dei paesi vicini, il Santo è ancora oggetto di venerazione, mediante una serie di culti, come i pellegrinaggi a piedi.

In suo onore, inoltre, il principale evento salentino, il Festival della Taranta, che tocca diversi paesi della Grecìa Salentina, si ferma la notte del 15 agosto per far sì che l’attenzione sia solo sul Santo. In molti accorrono per prendere parte e per ammirare le antiche ronde che, a ritmo della pizzica, sul sagrato della cappella di San Rocco, offrono uno spettacolo unico.

Generalmente, le ronde sono formate dalla gente che partecipa alla festa, e che balla e si muove al ritmo della musica dei tanti gruppi salentini folk che si alternano sul palco.  Pubblico e musicisti ricreano così quell’euforia che un tempo era considerata un elemento indispensabile a ricreare il rapporto con la Natura ed a propiziare la fertilità della terra come della famiglia.

La danza delle spade

Nella giusta atmosfera i ballerini, nella danza rituale, rievocano con i loro gesti le schermaglie tra due uomini in lotta per il potere o per il possesso di un territorio, contendendosi, inoltre, come è nella credenza popolare e tradizionale, il rispetto degli altri uomini della società o l’attenzione di una donna. Sopravvive ancora la sensazione di trovarsi, durante la danza, avvolti da una magia particolare, talmente forte da far vacillare la fede del razionalista più convinto.

Improntata ad un codice particolare tramandato da padre in figlio, da maestro ad allievo, la pizzica scherma, oggi conosciuta come danza delle spade, si fa risalire agli insegnamenti di San Rocco ai suoi compagni di cella. Essa rispetta innanzi tutto il codice cavalleresco del duello al primo sangue, in quanto il contendente ‘toccato nell’affondo’ esce di scena per dare spazio ad un altro. Legato al sistema contadino del regolamento di conti tra contendenti per varie ragioni, non ultime le contese per una donna o uno sgarbo in affari da risolvere col coltello, oggi viene mimato usando due dita al posto della lama e con un rituale che privilegia la sfida sportiva piuttosto che il farsi giustizia.

La ronda tiene il ritmo sostenuto anche in questa danza, che inizia con una girandola dei contendenti, che si tengono per mano a pollici incrociati e poi si sfidano con gesti che hanno un significato segreto, ma preciso. Ammirare da vicino questa sfida, fatta di emulazione, è molto suggestivo e vi permette di entrare a contatto con uno degli aspetti più viscerali e peculiari della tradizione salentina.

Fonte Immagine: http://www.festasanroccotorrepaduli.it/

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